Friedrich Nietzsche – Wikipedia
Posted: September 30, 2015 at 6:46 am
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Gott ist tot! Gott bleibt tot! Und wir haben ihn gettet!
Dio morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso!
Friedrich Nietzsche nel 1882.
Firma di Friedrich Nietzsche
Friedrich Wilhelm Nietzsche IPA: [fid vlhlm nits] (nel mondo anglosassone e italiano semplificato in /nit/[3]ascolta[?info]) (Rcken, 15 ottobre 1844 Weimar, 25 agosto 1900) stato un filosofo, poeta, compositore e filologo tedesco. Tra i massimi filosofi e prosatori di ogni tempo, Nietzsche ebbe un'influenza controversa, ma indiscutibile, sul pensiero filosofico, letterario, politico e scientifico[4] del Novecento. La sua filosofia, appartenente al filone delle filosofie della vita, considerata da alcuni uno spartiacque fra la filosofia tradizionale e un nuovo modello di riflessione, informale e provocatorio.[5] In ogni caso, si tratta di un pensatore unico nel suo genere, s da giustificare l'enorme influenza da lui esercitata sul pensiero posteriore.
Nietzsche scrisse vari saggi e opere aforistiche sulla morale, la religione (in particolare quella cristiana), la societ moderna, la scienza, intrise di una profonda lucidit ed avversione alla metafisica, seppure spesso il filosofo venga accomunato anche all'irrazionalismo[6], di una forte carica critica, sempre sul filo dell'ironia e della parodia, portando anche l'occidente a conoscenza di parte delle filosofie orientali. Nella sua filosofia si distingue una fase wagneriana, che comprende La Nascita della Tragedia e le Considerazioni inattuali, in cui il filosofo combatte a fianco di Wagner per una riforma mitica della cultura tedesca.
Questa fase sar poi abbandonata e rinnegata con la pubblicazione di Umano, troppo umano - nella stagione cosiddetta "illuministica" del suo pensiero -, per culminare infine, pochi anni prima del crollo nervoso - probabile conseguenza di una patologia neurologica ereditaria[7][8] - che metter fine alla sua attivit, nella fase pi prominente del suo pensiero (quella della trasvalutazione dei valori e del nichilismo attivo, costellata dai concetti di Oltreuomo, eterno ritorno e volont di potenza) che ha il suo apice ed inizio con la pubblicazione del celeberrimo Cos parl Zarathustra.[9]
Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Rcken, villaggio della Prussia meridionale (Sassonia-Anhalt) nei pressi di Lipsia, il 15 ottobre 1844; viene chiamato cos in onore del re Federico Guglielmo IV di Prussia il quale compiva quarantanove anni proprio nel giorno della nascita di Nietzsche. Successivamente il filosofo abbandon il suo secondo nome "Wilhelm"[10].
Appartiene a una stirpe di pastori protestanti, primogenito di Carl Ludwig Nietzsche, reazionario monarchico gi precettore alla corte di Altenburg, e di Franziska Oehler, figlia anche lei di un pastore luterano. Nel 1846 e nel 1848 nascono altri due figli, Elisabeth e Joseph (quest'ultimo morto nel 1850, per un'improvvisa febbre non meglio specificata).[11]
Il 27 luglio 1849 muore il padre, dopo un anno di "apatia cerebrale" (probabilmente un tumore, o la stessa malattia cerebrale che colpir il figlio). In seguito a tali disgrazie la famiglia si trasferisce nella vicina Naumburg ove convive con la nonna materna di Nietzsche e due sorelle nubili di suo padre. Dopo la morte della nonna nel 1856, la famiglia si trasfer in una propria casa, ora "Nietzsche-Haus", un museo e centro studi.
Qui Friedrich inizia gli studi di lettere classiche e religione; frequenta la scuola pubblica maschile e poi, successivamente, una scuola privata, dove stringe amicizia con Gustav Krug e Wilhelm Pinder, i suoi primi amici ognuno dei quali proveniva da famiglie di tutto rispetto. In casa apprende la musica e il canto. Si impegna in composizioni musicali vocali e strumentali, compone poesie, legge Goethe e Byron.
Nel 1854 ha iniziato a frequentare il "Domgymnasium" di Naumburg, ma gi distintosi per le sue non comuni doti intellettuali, avendo mostrato particolari talenti sia in musica che nel campo linguistico, viene ammesso come allievo a Schulpforta, un complesso collegiale riconosciuto a livello internazionale. Inizia cos a frequentare il liceo (gymnasium) di Pforta come interno beneficiante di una borsa di studio ecclesiastica. Qui studia tra il 1858-1864, sperimentando per la prima volta la lontananza dall'ambiente familiare, diventando prima amico di Paul Deussen (futuro indologo di fama) e in seguito di Carl von Gersdorff; trover anche il tempo per lavorare sulle sue prime originali composizioni poetiche e musicali.
Nel 1860 insieme agli amici Krug e Pinder che lo avevano raggiunto per studiare anche loro a Pforta, fonda l'associazione Germania, con la quale si propone di sviluppare i suoi interessi letterari e musicali. Per questa associazione scrive alcuni saggi, come Fato e volont e Libert della volont e fato, visibilmente ispirati dalla lettura di "Fato" e altri saggi di Emerson, specie quelli inclusi in Condotta di vita (1860), un'opera che stata recentemente ritenuta fondamentale nella genesi del pensiero di Nietzsche.[11].
Frequenta anche il vecchio poeta bohemien Ernst Ortlepp, un ex allievo di Pforta e che ora vive gironzolando nei dintorni. Assieme a Ortlepp, eccentrico, blasfemo e spesso ubriaco, conosce l'opera del poeta allora quasi sconosciuto Friedrich Hlderlin e che verr presto considerato il preferito del ragazzo; compone anzi un saggio in cui scrive che il poeta pazzo ha sollevato la coscienza all'idealit pi sublime: l'insegnante che gli ha corretto il compito, pur dandogli un buon voto, gli consiglia per vivamente di occuparsi in futuro di scrittori pi sani, pi lucidi, in definitiva "pi tedeschi"[12]. Ortlepp verr infine trovato morto in un fosso, dove probabilmente vi era caduto in stato di ubriachezza e battendo la testa.
Il particolarmente accurato studio delle lingue classiche, ma anche dell'antico ebraico, qui condotto lo metteranno in grado di leggere importanti fonti primarie; dopo gli esami finali all'oramai diciannovenne viene consegnato un attestato finale che gli d un eccellente in religione, tedesco e latino, un buono in greco ed un sufficiente in francese, mentre risulta invece alquanto scarso in ebraico matematica e disegno; nel commento conclusivo del corpo docente si legge: "la commissione esaminatrice gli ha rilasciato, ora che lascia la regia scuola territoriale per studiare filologia e teologia all'universit di Bonn, il certificato di maturit e lo congeda nella speranza che un giorno applicandosi sempre con seriet e coscienziosit possa conseguire buoni risultati nella sua professione"[13].
Conclusi gli studi secondari nel 1864, comincia gli studi nella facolt teologica all'Universit di Bonn per volere materno, studi che regger per appena una sessione, e s'iscrive assieme all'amico e compagni di studi Deussen alla Burschenschaft (corporazione studentesca) Franconia. Gi nei suoi saggi sul fato degli anni immediatamente precedenti aveva sostenuto che la ricerca storica aveva oramai screditato gl'insegnamenti centrali della religione; nello stesso periodo aveva anche letto la "Vita di Ges" di David Friedrich Strau la quale sembra aver avuto un profondo effetto sul giovane. Scrivendo alla sorella, profondamente devota, una lettera a riguardo della propria perdita della fede, afferma: "se si vuol lottare per la pace dell'anima, si deve credere; ma se vuoi esser un devoto della verit, allora devi domandare".
Nel 1865 si iscrive all'Universit di Lipsia per continuare a seguire le lezioni di filologia classica di Friedrich Ritschl, gi suo insegnante a Bonn. Studia Teognide e la Suida, ma pi affascinato da Platone e soprattutto da Ralph Waldo Emerson e Arthur Schopenhauer, che influenzeranno tutta la sua produzione. Soprattutto quest'ultimo, con la sua opera Il mondo come volont e rappresentazione doveva risvegliare un appassionato e duraturo interesse filosofico.
Nel 1866 legge anche la "Storia del materialismo" di Friedrich Albert Lange; qui le descrizioni della filosofia anti-materialistica di Immanuel Kant, dell'ascesa del materialismo nel continente europeo, della crescente preoccupazione nei riguardi della Teoria dell'evoluzione ideata dall'inglese Charles Darwin ed infine dell'atmosfera generale di ribellione all'autorit tradizionale incuriosirono notevolmente Nietzsche. Conosce nel 1867 Erwin Rohde, futuro autore di Psiche e nel frattempo approfondisce lo studio dell'opera di Diogene Laerzio, Omero, Democrito e del succitato Kant, mentre un suo saggio su Teognide appare nella rivista filologica Rheinisches Museum, diretta da Ritschl.
Il 9 ottobre comincia il servizio militare, avendo firmato per un anno come volontario, nel reggimento di artiglieria a cavallo dell'esercito prussiano di stanza a Naumburg. Nel marzo dell'anno successivo si infortuna seriamente allo sterno; mentre sta mandando il suo cavallo al galoppo colpisce violentemente col petto il pomo della sella e strappandosi due muscoli del fianco sinistro: dopo sei mesi passato immobilizzato a ottobre si congeda anticipatamente. Tornato a Lipsia, l'Universit lo premia per il suo saggio sulle fonti di Diogene Laerzio e lo assume come insegnante privato. L'8 novembre 1868 conosce Richard Wagner in casa dell'orientalista Hermann Brockhaus.[11]
Grazie all'appoggio di Ritschl, il 13 febbraio 1869 ottiene la cattedra di lingua e letteratura greca dell'Universit di Basilea come filologo classico, non avendo ancora completato n il proprio dottorato n ricevuto alcun certificato di abilitazione all'insegnamento; il 28 maggio tiene la prolusione d'insediamento sul tema Omero e la filologia classica, mentre l'Universit di Lipsia gli concede la laurea sulla base delle sue pubblicazioni nel Rheinisches Museum. All'et di 25 anni Nietzsche chiede l'annullamento della sua precedente cittadinanza prussiana e diventa apolide[14]: lo rimarr ufficialmente per il resto dei suoi giorni.
Dal 17 maggio aveva cominciato a frequentare, nella villa di Tribschen, sul lago dei Quattro Cantoni nei pressi di Lucerna, Richard e Cosima Wagner, rimanendone fortemente colpito: Ci che imparo laggi, che vedo e ascolto e intendo, indescrivibile. Schopenhauer, Goethe, Eschilo e Pindaro vivono ancora. Nel periodo fra il 1869 e il 1870 collabora, come correttore di bozze (e pi in generale come informale segretario-factotum), alla redazione di un'autobiografia di Wagner[15], destinata a non vedere la luce prima del 1911[16], ma alla cui conoscenza il filosofo allude apertamente, e con ironia, in uno scritto degli anni 1880:
Man verspricht uns eine Selbstbiographie Richard Wagners: wer zweifelt daran, dass es eine kluge Selbstbiographie sein wird?
Ci viene promessa un'autobiografia di Richard Wagner: chi dubita che sar un'autobiografia avveduta?
Anche dopo la rottura ideologica con Wagner, conserver sempre grande stima per Cosima, considerandola, tra le sue conoscenze, l'unica persona al suo stesso livello intellettuale.[17] All'inizio del 1870 Nietzsche tiene a Basilea alcune conferenze ("Il dramma musicale greco", "Socrate e la tragedia"), che anticipano il suo primo volume, La Nascita della Tragedia (1872). A Basilea conosce il gi famoso storico Jacob Burckhardt e stringe amicizia col vicino di stanza alla pensione in cui risiede, il professore di teologia Franz Camille Overbeck, che gli rimarr vicino fino alla morte e sar grande estimatore delle sue opere, nonostante la sua posizione accademica rendesse la cosa alquanto imbarazzante, considerate le vedute di Nietzsche in materia di religione.[11] Conosce anche l'opera di Afrikan pir e ne rimane profondamente influenzato.
Ich bin kein Mensch, ich bin Dynamit.
Io non sono un uomo, sono dinamite.
Allo scoppio della guerra franco-prussiana (1870-1871) chiede di essere temporaneamente esonerato dall'insegnamento per partecipare, come infermiere addetto al trasporto dei feriti, alla guerra. Dopo appena poche settimane passate al fronte contrae per la difterite e un principio di dissenteria, tanto che deve venire a sua volta curato ed quindi congedato. Osserva con pacato scetticismo e un certo distacco la nascita dell'impero tedesco per opera di Otto von Bismarck.
Nella sua risposta polemica intitolata "Filologi del futuro" l'allora ancor giovane ma gi affermato Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff critica fortemente la mancanza di metodologia accademica utilizzata da Nietzsche per scrivere la "Nascita della tragedia dallo spirito della musica", per seguire un approccio invece molto pi speculativo; solamente Rohde, gi insegnante a Kiel, e Wagner ne difendono la forma schierandosi al suo fianco; osservando il profondo isolamento in cui s' venuto a trovare in quest'occasione all'interno della comunit filologica, tenta senza successo di passare di ruolo come professore di filosofia.
Nel frattempo scrive La visione dionisiaca del mondo, abbozza La tragedia e gli spiriti liberi e un dramma intitolato Empedocle, in cui vengono anticipati con molta chiarezza molti dei temi che verranno in seguito ripresi nelle opere della maturit. Fra il 1873 e il 1876 scrive le quattro Considerazioni inattuali[11] le quali rappresentano un orientamento sempre pi volto ad una forte critica culturale del suo tempo: "David Strauss, il confessore e lo scrittore"; Sull'utilit e il danno della storia per la vita; "Schopenhauer come educatore" ed infine "Richard Wagner a Bayreuth" Nel 1873 cominciava anche ad accumulare le note che sarebbero state pubblicate postume sotto il titolo di La filosofia nell'epoca tragica dei greci.
Le "Inattuali" sfidano la cultura tedesca allora in via di sviluppo sul solco dell'esempio dato e delle linee suggerite da Schopenhauer e Wagner; incontr in questo momento Malwida von Meysenbug e Hans von Blow, ed inizi anche una stretta amicizia e collaborazione con Paul Re, studioso di filosofia di origine ebraica il quale a partire dal 1876 lo influenz positivamente nel respingere il pessimismo tragico che pervadeva i suoi primi scritti, volgendosi cos ad un fase "illuministica".
Rimasto profondamente deluso dal Festival di Bayreuth del 1876, dove la banalit degli spettacoli e la bassezza del pubblico lo respinsero intimamente, Nietzsche comincia ad allontanarsi sempre pi dal vecchio maestro Wagner, anche se la rottura ufficiale vi sar solo con la pubblicazione di Umano, troppo umano ("Un libro per spiriti liberi").
Per motivi di salute (emicranie frequenti e dolori agli occhi, possibili sintomi della malattia che lo colpir pi tardi), ma anche indubbiamente per dedicarsi con assiduit ininterrotta alla sua attivit filosofica, Nietzsche all'et di 34 anni abbandona l'insegnamento. Gli viene riconosciuta una modesta pensione che costituir, da quel momento in poi, l'unico suo introito. Inizia la sua esistenza da perfetto apolide, coi suoi pellegrinaggi da viandante senza casa e senza patria spostandosi da un luogo all'altro.
Nietzsche si spostato spesso da un luogo all'altro per trovare climi che potessero essere pi favorevoli per la sua salute cagionevole e visse cos fino al 1889 come autore indipendente in diverse citt. Ha trascorso molte estati in localit montane o termali, soprattutto a Sils Maria (dove si pu trovare ancora oggi la sua abitazione, aperta a visite e soggiorni) - vicino a Saint Moritz - nella parte alta della valle dell'Engadina in Svizzera. Ha trascorso invece preferibilmente i suoi inverni nelle citt italiane, sulla riviera ligure a Genova e Rapallo, infine a Torino. Sue altre mete frequenti e amatissime Venezia e la francese Nizza.[11]
Nel 1881, quando la Francia occup la Tunisia, aveva intenzione di recarsi a Tunisi per vedere l'Europa da fuori, ma poco dopo ha abbandonato una tale idea, probabilmente per motivi di salute. Occasionalmente torn a Naumburg per visitare la sua famiglia, e, soprattutto in questo periodo, lui e la sorella continuarono ad avere periodi di conflitto e di ripetute riconciliazioni. Durante un breve viaggio in traghetto a Messina e Taormina frequenta "l'Arcadia" locale e inizia a scrivere Cos parl Zarathustra.
Durante la Pasqua del 1882 incontra a Roma, tramite la comune amica e nota scrittrice femminista Malwida von Meysenbug, Lou von Salom una giovane studentessa russa in viaggio d'istruzione attraverso l'Europa. Si danno appuntamento presso la Basilica di San Pietro e Nietzsche la saluta con queste parole: Da quali stelle siam caduti per incontrarci qui?. A maggio, durante una gita sul lago d'Orta passa alcune ore di intimit con questa ragazza ventunenne "intelligentissima". In seguito, la Salom non ricord se avesse baciato il filosofo, del quale comunque rifiut una proposta di matrimonio (come del resto quella dell'amico di entrambi Paul Re, che le aveva presentato Nietzsche e con il quale si era formato una sorta di rapporto triadico filosofico-sentimentale). Questo incontro, proseguito poi attraverso due anni di intensi scambi affettivi e culturali, molto particolare, in quanto si tratta di una delle rare esperienze sentimentali-affettive di Nietzsche con una donna di cui si abbia conoscenza.[11]
Nel 1888, con gi molte pubblicazioni alle spalle, ospitato dall'amico e filosofo Etna Scorza[18][19], Nietzsche si trasfer a Torino, citt che apprezz particolarmente, e dove scriver L'Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed Ecce Homo (pubblicato postumo). Nel 1889 avvenne infine il famoso crollo mentale di Nietzsche, probabile effetto di una patologia neurologica: datata 3 gennaio 1889 la prima crisi di follia in pubblico[11]; mentre si trovava in piazza Carignano, nei pressi della sua casa torinese, vedendo il cavallo adibito al traino di una carrozza fustigato a sangue dal cocchiere,[20] abbracci l'animale, pianse, finendo per baciarlo; in seguito cadde a terra urlando in preda a spasmi. Per molti un episodio leggendario e Nietzsche si sarebbe piuttosto limitato a fare vistose rimostranze e schiamazzi per i quali venne fermato e ammonito dalla polizia municipale.[21] Le cause non sono del tutto chiare: sono state ipotizzate diverse possibilit, tra le pi accreditate la neurosifilide, un tumore cerebrale o la sindrome CADASIL, grave malattia neurologica ereditaria.[22][7][8][23]
Secondo alcuni, in un ambito meno medico e pi filosofico, la causa che lo spinse al crollo fu l'enorme sforzo creativo cui si sottopose negli anni precedenti. Sempre nello stesso periodo, Nietzsche scrive delle lettere ad amici e conoscenti che sono solitamente classificate sotto il nome di Biglietti della follia: in essi la sua crisi mentale appare ormai in uno stato avanzato, anche se lo stile non affatto diverso da quello classico.
Viene ricoverato dall'amico Franz Camille Overbeck, teologo protestante e suo ex insegnante, a causa del suo stato alterato, che passava da momenti di esaltazione a tristezza profonda, prima in una clinica psichiatrica a Basilea (Svizzera) in cura dal dottor Wille, che gli diagnostica una "paralisi progressiva" di incerta origine e ipotizza per la prima volta la sifilide; viene trasferito poi dalla madre a Naumburg (Assia, Germania), poi a Jena, in clinica e nella casa della madre (1890), per esser assistito da lei stessa e da due infermieri, fino alla morte di lei (1897). Dopo il suicidio del marito, la sorella Elisabeth Frster Nietzsche ritorna dal Paraguay e decide di occuparsi del fratello. Gi dal 1892 Nietzsche perde la memoria, e non riconosce le persone, salvo certi momenti di lucidit.[24]
Nietzsche trascorre il suo tempo in un mutismo quasi totale, passeggiando con amici o suonando il pianoforte, fino all'aggravarsi delle condizioni fisiche (numerose paralisi, forse accentuate dalle eccessive dosi di farmaci per tenere sotto controllo gli attacchi di follia); talvolta parla con gli ospiti, ma assente e i suoi ragionamenti spesso confusi. Nel 1893 perde l'uso delle gambe, ed costretto a spostarsi con una sedia a rotelle, mentre dal 1894 soffre di perdita della parola, indici di danni cerebrali e spinali diffusi[24], anche se Sax racconta di una visita di un amico a Nietzsche nel 1899 in cui, secondo la testimonianza, il filosofo era ancora in grado di comunicare, in certi momenti, e non era incosciente, anche se poco reattivo, almeno fino all'ultimo anno di vita (pur all'oscuro del grande dibattito che i suoi scritti cominciavano a suscitare in Europa).[23]
Trasferitosi quindi nel 1897 assieme ad Elisabeth nella casa di Weimar (Turingia, Germania), dove la sorella ha fondato il Nietzsche-Archiv, vi muore di polmonite il 25 agosto 1900.[23] Nonostante il suo dichiarato e profondo ateismo, per volont di parenti e amici viene seppellito con cerimonia religiosa nel cimitero di Rcken.[25]
La natura della sua follia rimane ancora parzialmente un mistero, data la plausibilit di tutte le ipotesi. Nei frammenti teorizzava l'autodistruzione della reputazione tramite una follia volontaria come una forma di ascesi superiore. Come molti hanno ipotizzato[26], la causa del collasso nervoso, come detto anche prima, fu forse l'enorme tensione, insopportabile per la sua mente, dovuta allo sforzo creativo e filosofico svolto negli anni precedenti, come accenna egli stesso in un famoso aforisma:
Wer mit Ungeheuern kmpft, mag zusehn, dass er nicht dabei zum Ungeheuer wird. Und wenn du lange in einen Abgrund blickst, blickt der Abgrund auch in dich hinein.
Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorr guardare dentro di te
La filosofia di Nietzsche prende le mosse dal suo complesso retroterra culturale, specialmente di filologo classico, ammiratore della tragedia greca e poi entusiasta estimatore della nuova musica post-romantica di Wagner, della quale si fa promotore sul piano estetico e filosofico, scorgendo in essa una spinta per la rinascita dello spirito tedesco. A ci si connette strettamente un intenso studio delle filosofie presocratiche, ad esempio quella di Eraclito, e una loro affermazione rispetto all'egemonia tradizionale dell'impianto socratico-platonico.[27]
Fondamentale per la formazione del giovane Nietzsche altres la lettura, nel 1866-67, de Il mondo come volont e rappresentazione di Schopenhauer, incontro definito dal filosofo "caso divino". Cos, in una riflessione registrata in una pagina autobiografica, Nietzsche ricorda la prima lettura del capolavoro schopenhaueriano:
Nella sua prima vera opera di argomento filosofico, La nascita della tragedia (1872), la tragedia greca viene vista come la massima espressione dello slancio vitale o "spirito dionisiaco", istintivo e irrazionale, che si coniuga e nello stesso tempo si contrappone a quello apollineo, che rappresenta l'ordine e la razionalit. Il pensiero apollineo e quello dionisiaco sono perci cos definiti:
Ne La nascita della tragedia, Nietzsche individua per la prima volta in Socrate il corruttore della tragedia attica, e nella sua influenza sul tragediografo Euripide l'origine del prevalere dello spirito apollineo su quello dionisiaco, espresso dalla vecchia tragedia di Sofocle ed Eschilo. La corruzione dello spirito tragico da Nietzsche considerata come l'originaria decadenza cui si deve una visione astratta e intellettualizzante della vita e della morale, determinata dall'"intellettualismo etico" socratico.[11]
Altrettanto forte l'avversione di Nietzsche nei confronti di Platone, che egli considera autore di una concezione del mondo fondata sull'idealit metafisica e sul disprezzo nei confronti della realt tangibile. Da Platone egli ritiene esser nata quella continuit ideologica che lega Parmenide a Platone e poi Plotino, il cristianesimo (definito "platonismo per il popolo") fino all'idealismo tedesco dell'Ottocento.[11]
Nietzsche attacca, quindi, i tradizionali valori fondamentali della societ (della metafisica, del Cristianesimo, della democrazia), sostenendo la natura meramente metaforica e prospettica di qualsiasi principio trascendente e della stessa morale, cos come di ogni concezione tradizionale. Il suo obiettivo era di smascherare la falsit e l'ipocrisia del sistema culturale su cui si fondava l'Europa dei suoi tempi e in particolare il mondo germanico, ma tutta la storia dell'Occidente vista come un lungo processo di decadenza dell'uomo, come negazione della vita, quando invece l'affermazione della libert avrebbe dovuto essere il destino dell'uomo.[11]
I grandi valori della cultura occidentale, quali la verit, la scienza, il progresso, la religione, sono cos da smascherare nella loro mancanza di fondamento e nella loro natura di mera finzione. C' nell'uomo una sostanziale paura verso la creativit della vita e la volont di potenza, che produce valori collettivi sotto la cui giurisdizione la vita viene disciplinata, regolata, schematizzata.[11]
Un tale nichilismo tuttavia soggetto, nelle opere di Nietzsche, a una caratterizzazione pi profonda e problematica, che egli giunge a delineare in due aspetti fondamentali. La prima forma di nichilismo, il nichilismo passivo (di cui un esempio ravvisato in Schopenhauer) coincide con la perdita di fiducia dell'uomo europeo verso i valori della propria civilt; coincide con la "diminuzione vitale", caratterizzata diversamente come perversione della volont di potenza. Con nichilismo attivo, invece, Nietzsche intende l'atteggiamento che, fattosi forte di una demolizione dei vincoli metafisici che sopprimevano la forza vitale, si propone come creatore di nuove tavole di valori attraverso la loro trasvalutazione.[11] Deve tenersi presente che le determinazioni che portano Nietzsche al nichilismo derivano dal convincimento della necessit del distacco oggettuale e relazionale che portano da un lato all'affermazione non di un valore determinato ma di valori fluenti che sono alla base della trasvalutazione e che dall'altro consentono nell'analisi della oggettivit di disceverare l'oggetto e l'altro ma nello stesso tempo di racchiudere il pensiero in s stesso a realizzare proprio attraverso tale distacco la volont di potenza. attraverso tale chiusura del pensiero in s stesso che viene determinato il nichilismo di Nietzsche in quanto costituente la scissione dell'interno dall'esterno che si realizza la possibilit di cogliere l'opposizione dicotomica nel pensiero tra razionale e irrazionale da cui, a sua volta, deriva l'esaltazione del dionisiaco come irrazionale in quanto fattore non comprimibile e dunque enucleante appieno la possibilit di realizzare la volont di potenza. Da tale aspetto fondamentale di Nietzsche connotante il distacco oggettuale e la relazione con l'altro deriva anche il suo apprezzamento, da un lato, della assenza di compassione, che uno dei fondamenti a base della trasvalutazione e che se non cos fondata entrerebbe in contraddizione con il suo nichilismo e dall'altro il suo apprezzamento per i passi biblici e per l'ebraismo che si fondano sulla giustizia divina e in particolare sulla legge dell'"occhio per occhio e dente per dente" cui si unisce appunto quel distacco alla cui base vi un'assenza di affettivit che consente l'affermazione del valore del momento in rispondenza alla volont di potenza e alla necessit di esistenza dell'esterno anche come altro-soggetto.[11]
L'uomo, per Nietzsche, ha dovuto illudersi per dare un senso all'esistenza, in quanto ha avuto paura della verit, non essendo stato capace di accettare l'idea che "la vita non ha alcun senso", che non c' nessun "oltre" di essa e che va vissuta con desiderio e libero abbandono pieno di "fisicit". Se il mondo avesse un senso e se fosse costruito secondo criteri di razionalit, di giustizia e di bellezza, l'uomo non avrebbe bisogno di auto-illudersi per sopravvivere, costruendo metafisiche, religioni e morali. L'umanit occidentale, passata attraverso il cristianesimo, percepisce ora un senso di vuoto, trova che "Dio morto", cio che ogni costruzione metafisica vien meno davanti alla scoperta che il mondo un caos irrazionale. Fino a che non sorger l'Oltreuomo, cio un uomo in grado di sopportare l'idea secondo cui l'Universo non ha un senso, l'umanit continuer a cercare dei valori assoluti che possano rimpiazzare il vecchio dio (inteso come qualsiasi tipo di realt ultraterrena e non come semplice entit quale potrebbe essere il Dio cristiano); dei sostituti idolatrici quali, ad esempio, lo Stato, la scienza, il denaro, ecc.[11]
La mancanza, per, di un senso metafisico della vita e dell'universo fa rimanere l'uomo nel nichilismo passivo, o disperazione nichilista. tuttavia possibile uscire dal nichilismo comprendendo questa visione e riconoscendo che l'uomo stesso la sorgente di tutti i valori e delle virt della volont di potenza (nichilismo attivo). L'uomo, ergendosi al di sopra del caos della vita, pu generare propri significati e imporre la propria volont. Chi riesce a compiere questa impresa l'Oltreuomo, cio l'uomo che ha compreso che lui stesso a dare significato alla vita.[11] Attraverso le tre metamorfosi dello spirito, di cui parla nel primo discorso del testo Cos parl Zarathustra, Nietzsche mostra come il motto "Tu devi" vada trasformato dapprima nell'"Io voglio", e infine in un sacro "Dire di s", espresso dalla figura del fanciullo giocondo. Ovviamente il nichilismo attivo non giustifica i modelli valoriali proposti nel corso dei secoli per dare senso alla realt, poich questi non sono altro che il frutto dello spirito apollineo e, pertanto, non corrispondono all'effettiva essenza dell'uomo, che dionisiaco, ossia legato inscindibilmente a quei "valori" (vitalit, potenza) intrinseci alla sua natura terrena:
Nel primo testo filosofico di Nietzsche La nascita della tragedia del 1872, che anche una messa a fuoco della sua cultura classica e della mitologia greca, egli concentra la sua attenzione sulle origini del teatro nell'antica Grecia. Si serve di e teorizza perci due concetti-base, che diverranno poi "ideologici" per lo stesso autore e portatori di numerosi valori, lo spirito dionisiaco e lo spirito apollineo. Il dionisiaco (dal dio Dioniso) in quanto ebbrezza rappresenta l'elemento dell'affermazione della vita, della spontaneit, dell'istinto umano, della giocosit e raffigurer nelle successive opere la volont di potenza. l'impulso che esprime la forza vitale propria dell'oltreuomo nella sua totale libert, l'ebbrezza che trova la sua manifestazione pi compiuta nella musica e nella danza.[11]
Il "dionisiaco" gioca dialetticamente con il proprio contraltare, l'"apollineo", ovvero l'armonia delle forme e del vivere. Quando Dioniso vive Apollo a dormire, viceversa quando Apollo si rappresenta ed in superficie, Dioniso "sotterraneo". Il dionisiaco un continuo ciclo "vita-morte-vita", attraverso il quale tutte le arti sono state create e si sono modificate. L'apollineo la luce del giorno razionalizzata nell'arte plastica degli scultori dell'epoca classica. L'"apollineo" rappresenta anche la ratio umana che porta equilibrio nell'uomo, che capace di concepire l'essenza del mondo come ordine e che lo spinge a produrre forme armoniose rassicuranti e razionali. Senza di esso, nell'uomo ci sarebbe un'esplosione di emozioni incontrollate e bisognose di essere controllate.[11]
Molto complesso lo studio che il filologo Nietzsche fa delle arti greche e della tragedia in particolare. Nel "ditirambo" del coro tragico greco era insito lo spirito dionisiaco (Nietzsche lo chiama appunto "ditirambo dionisiaco"). Nella parola come sempre Nietzsche ricerca la chiave per l'interpretazione della realt e per portare in luce ci che i concetti hanno di arcano dentro. In quanto filologo, ancor prima che filosofo, sempre il verbo il suo primo amore. Dal ditirambo, che il nucleo del coro, al testo poetico in cui scritto il dramma, si svolge la continua alternanza dei due di greci Apollo e Dioniso, fino alla suprema e sublime armonia.[11]
L'analisi delle origini della tragedia greca, scorre lungo il testo nietzschiano attraversando tutta la storia di questo lungo percorso, da Archiloco a Euripide, passando per Eschilo e Sofocle fino alla sua stessa fine: la morte della tragedia avvenne per mano di Socrate ovvero di ci che il filosofo ha rappresentato per la grecit e le sue espressioni artistiche. Ma come la tragedia ebbe origine dalla musica, Nietzsche auspica che allo stesso modo possa rinascere. Da qui la critica profonda e sentita all'Opera, in quanto genere artistico in cui vivono inconciliabili contraddizioni di carattere estetico e filosofico. Forte l'esortazione del filosofo a ideali artisti della sua epoca affinch ritrovino e ridestino l'ebbrezza dionisiaca insita nella musica e su di essa, assieme al mito tragico, costruiscano una nuova epoca tragica:
Meine Freunde, ihr, die ihr an die dionysische Musik glaubt, ihr wisst auch, was fr uns die Tragdie bedeutet. In ihr haben wir, wiedergeboren aus der Musik, den tragischen Mythus und in ihm drft ihr Alles hoffen und das Schmerzlichste vergessen!
Amici miei, voi che credete nella musica dionisiaca, sapete anche che cosa significhi per noi la tragedia. In essa noi abbiamo, rinato dalla musica, il mito tragico e in questo potete sperare tutto e dimenticare ci che pi doloroso!
Secondo Nietzsche la decadenza il rifiuto dell'amore per la vita e della creativit, della spontaneit del vivere naturale e nello stesso tempo "tragico", dunque dello spirito dionisiaco. Per lui colui che per primo ha condizionato negativamente la civilt occidentale verso questo annullamento della vita stato Socrate: l'errore di Socrate di aver sostituito alla vita il pensare alla vita e la conseguenza di ci il non-vivere. Socrate ritiene che la ragione sia l'essenza dell'uomo e che le passioni, residuo di animalit, possano e debbano essere dominate. Per Socrate una vita fondata sulla ragione una vita felice, mentre una vita dominata dalle passioni destinata a dolorosi conflitti e turbamenti.[11] Anche Platone ha indirizzato la vita verso un mondo astratto e irreale, e in questo processo di decadenza si inserisce poi il Cristianesimo. Quest'ultimo ha prodotto un modello di uomo malato e represso, in preda a continui sensi di colpa che avvelenano la sua esistenza, dettati dal motto cristiano del continuo pentimento e della richiesta implorata di salvezza e perdono. Perci l'uomo cristiano, al di l della propria maschera di serenit, psichicamente tormentato, nasconde dentro di s un'aggressivit rabbiosa contro la vita ed animato da risentimento contro il prossimo. Nietzsche crea in questo periodo le metafore del guerriero e del sacerdote: il primo rappresenta il manifestarsi della volont di potenza, il secondo invece, timoroso dei propri mezzi, costituisce il "sottomesso" che a una morale dei forti, antepone una morale dei deboli, facilmente accessibile, che costituisce la negazione vera e propria dell'incondizionata gioia di vivere.[11]
Pi che con la figura di Ges (verso cui manifesta simpatia, considerandolo un "santo anarchico, sia pure un po' idiota") Nietzsche polemico contro il Cristianesimo, in quanto religione dei poveri di spirito, fondata sul risentimento e sulla cattiva coscienza. L'idiozia del Cristo non deve per caricarsi di una sola accezione negativa, idiota sta ad indicare un individuo che non partecipa della collettivit, del modus intellegendi condiviso, e sposta la sua attenzione verso la propria interiorit abbandonando la realt, verso quel regno divino interiore che pochi hanno saputo intendere fino in fondo. Il filosofo accusa la religione cristiana proprio di questo misunderstanding e di essere uno pseudo-umanesimo, colpevole di agire pietosamente verso tutti i malriusciti e i deboli[28] opponendosi alla vera filantropia e all'aggressivit naturale della lotta per l'esistenza: I deboli e i malriusciti devono perire, questo il principio del nostro amore per gli uomini.[29] Egli contesta soprattutto il fatto che l'individuo fu considerato dal cristianesimo cos importante, posto in modo cos assoluto, che non lo si pot pi sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani.[30]. A questo proposito afferma anche che "L'uomo cattivo", cos parlano con mio conforto i pi saggi. Ah se fosse pur vero anche oggi! Giacch il male la migliore energia dell'uomo.[31]. Nonostante questo, Nietzsche dichiara relativi e falsi i concetti di bene e male, che dovranno essere superati, in quanto quel che si fa per amore, sempre al di l del bene e del male.[32]
In Cos parl Zarathustra egli dichiara invece:
Ich beschwre euch, meine Brder, bleibt der Erde treu und glaubt Denen nicht, welche euch von berirdischen Hoffnungen reden! Giftmischer sind es, ob sie es wissen oder nicht. Verchter des Lebens sind es, Absterbende und selber Vergiftete, deren die Erde mde ist: so mgen sie dahinfahren!
Vi scongiuro, fratelli, restate fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra stanca: se ne vadano pure!
Da ci la proposta di Nietzsche di una trasmutazione o inversione dei valori. Si proclama egli stesso il "primo immoralista" della storia; egli non intende tuttavia proporre l'abolizione di ogni valore o l'affermazione di un tipo di uomo in preda al gioco sfrenato degli istinti, ma contrappone ai valori antivitali della morale pessimistica tradizionale una nuova tavola di valori a misura del carattere terreno dell'uomo. Per Nietzsche l'uomo nato per vivere sulla Terra, la sua esistenza interamente corpo, realt sensibile. Infatti Zarathustra afferma: io sono corpo tutto intero e nient'altro. L'anima, secondo Nietzsche, solo un'immagine metaforica e semplicistica della ricchissima variet di desideri, inclinazioni e sensazioni che attraversano il corpo in ogni istante: questa rivendicazione della natura terrestre dell'uomo implicita nell'accettazione totale della vita che propria dello spirito dionisiaco e dell'immagine dell'oltreuomo. La Terra non pi l'esilio e il deserto dell'uomo, ma la sua dimora gioiosa.[11]
Questo percorso, che inizia con Umano, troppo umano (1878-1880), coincide con l'avvento della scrittura aforistica, e risulta caratterizzato dal ripudio dei vecchi maestri, come Schopenhauer e, in particolare, Wagner. Nietzsche rinnega la stima e l'amicizia personale col musicista, di cui tanto aveva ammirato Tristano e Isotta in quanto simbolo dell'umana lotta nel tentativo di convivere coi propri impulsi annullandosi nella materia, al di fuori da qualsiasi concetto religioso. Ora lo accusa di essere diventato un tipico decadente, che col Parsifal ricade nel pi becero e arcaico misticismo, quale ridicola rappresentazione di un mondo fasullo e immaginario.[11]
In questo periodo, il filosofo abbandona la "metafisica da artista", per privilegiare la scienza. Considerer l'arte come il residuo di una cultura mitica. Il redentore della cultura non sar pi l'artista o il genio (come invece pensava Wagner) ma il filosofo educato dalla scienza. Sar illuminista,[33] nel senso che si trover impegnato in un'opera di critica della cultura tramite la scienza, che egli ritiene sia un metodo di pensiero, piuttosto che un insieme di tutte le scienze particolari. Un metodo critico di tipo storico e genealogico, perch non esistono realt immutabili e statiche, ma ogni cosa l'esito di un processo che va ricostruito.[11]
I concetti base di questo periodo sono lo spirito libero e la filosofia del mattino. Lo spirito libero si identifica con il viandante, cio con colui che grazie alla scienza riesce a emanciparsi dalle tenebre del passato, inaugurando una filosofia del mattino che si basa sulla concezione della vita come transitoriet e come libero esperimento senza certezze precostituite.
L'affermazione della libert e della spontaneit presuppone il superamento dei condizionamenti, delle regole, degli obblighi derivanti dalle credenze religiose o comunque dal riferimento a entit metafisiche. Ma comporta anche una conseguenza che pochi hanno la forza sufficiente per affrontare: assumersi la piena e definitiva responsabilit di ogni decisione, di ogni azione. Ogni comportamento soggetto a una decisione individuale in quanto non esistono pi valori trascendenti sui quali appiattirsi in modo conformistico. I contemporanei di Nietzsche dimostrano in mille circostanze di non essere pi guidati dalla fede come poteva accadere agli uomini del Medioevo ma, per non essere obbligati ad affrontare le proprie responsabilit, non vogliono riconoscerlo neppure di fronte a s stessi.
Celebre la figura dell'uomo folle[34] ne La gaia scienza, che gira in pieno giorno con una lanterna accesa, urlando "Cerco Dio!", attirandosi cos lo scherno dei presenti. Alla richiesta di spiegazioni l'uomo afferma che Dio morto, ovvero che nessuno crede pi veramente. Ma nell'atto stesso di compiere questa affermazione si trova di fronte allo scetticismo e all'indifferenza, quando non alla derisione. Egli stesso si definisce come il "testimone" di un omicidio compiuto dall'intera umanit. E allora: "Vengo troppo presto" egli ammette, poich gli uomini non sono ancora pronti ad accettare questo cambiamento epocale. I valori tradizionali sono sempre pi pallidi, sempre pi estranei alla coscienza, ma i nuovi valori, quelli della gioiosa accettazione della vita e della fedelt alla terra, sono ancora al di l dell'orizzonte: "Questo enorme evento ancora per strada e sta facendo il suo cammino".[11]
L'annuncio della morte di Dio ha una straordinaria efficacia retorica e forse anche per questo non stato sempre compreso a fondo: taluni interpreti si sono limitati a leggerlo come l'ennesimo attacco al Cristianesimo e non ne hanno percepito la profondit e la complessit. Infatti Nietzsche con questa affermazione intende annunciare la fine di ogni realt trascendente, indipendentemente dal culto che predichi tale realt. Egli considera ci come il compimento di un processo nichilistico necessario, le cui radici si ritrovano nell'atto di omissione e di oblio del dionisiaco, che ha consentito all'apollineo, nel corso della secolarizzazione, di trovare modelli metafisici ragionevoli, capaci di giustificare il "senso dell'essere", ma che prima o poi, secondo l'autore tedesco, avrebbero dovuto fare i conti con la vera essenza vitale della natura umana, quale, appunto, il dionisiaco, ossia ci che lega alla terra e alla vita.
Nietzsche anche considerato, e non senza buoni motivi, come uno dei precursori dell'esistenzialismo ateo moderno per alcuni elementi etici che lo anticipano, per quanto questo si caratterizzi per aspetti di pessimismo esistenziale che in Nietzsche sono in gran parte assenti.[11]
Man muss noch Chaos in sich haben, um einen tanzenden Stern gebren zu knnen.
Bisogna avere ancora il caos dentro di s per generare una stella danzante
Nietzsche, radicalizzando il "plus man" emersoniano e la critica emersoniana del culto degli eroi di Carlyle, ma ispirandosi anche al "Singolo" di Kierkegaard e all'"Unico" di Max Stirner, propugna l'avvento di un nuovo tipo di uomo, individualista e capace di liberarsi dai pregiudizi e dai vecchi schemi, di smascherare con il metodo genealogico l'origine umana troppo umana dei valori, nonch di farsi consapevole creatore di valori nuovi: l'Oltreuomo. Non sarebbe corretto definire un uomo del genere superuomo: super indica sopra, quindi "super-uomo" vuol dire "colui che sopra gli uomini" e li schiaccia.[35] Secondo l'interpretazione di Gianni Vattimo, introdotta nel suo testo Il soggetto e la maschera, il termine oltre-uomo, "colui che ha superato l'uomo ed andato oltre la sua condizione", rispecchia meglio il concetto espresso dal filosofo di Rcken, oltre a essere la traduzione letterale del tedesco ber-Mensch, mentre super-uomo dovrebbe essere tradotto come Oben-Mensch.[36]
L'interpretazione di Gianni Vattimo per contestata dal filosofo Domenico Losurdo, il quale contesta Nietzsche affermando esplicitamente che egli appoggiasse una societ schiavistica comandata dal Superuomo aristocratico, talvolta argomentando che gli schiavi venivano trattati meglio dei moderni operai e accusandolo anche di appoggio all'eugenetica.[37] Questa moralit aristocratica degli scritti degli ultimi anni, accreditata soprattutto dal nazismo, spesso invece considerata, dalla maggioranza dei commentatori, come una metafora della superiorit dell'uomo-filosofo sull'uomo comune, anzich come una reale proposta di societ tradizionale, come intesa sia da filosofi di sinistra, come Losurdo stesso, sia da pensatori di estrema destra come Julius Evola e Alfred Baeumler, sia da intellettuali critici come Gilbert Keith Chesterton, che interpretano Nietzsche in maniera letterale.[38] L'interpretazione letterale di testi che fanno cos ampio uso di metafore, stata invece contestata da molti pensatori che si sono definiti "nietzscheani", come Michel Onfray.[39]
L'Oltreuomo, secondo la comune interpretazione (Vattimo, Colli, Montinari), non schiaccia invece gli altri ma procede al di l delle convenzioni e dei pregiudizi che attanagliano l'uomo. Esso ha dei valori differenti da quelli della massa degli uomini, quella massa che ha aderito alla filosofia dei sacerdoti e degli imbonitori per farsi schiava di essi. Egli solo in grado di non sostituire ai vecchi idoli quelli nuovi, ma fondare il nuovo mondo, e l'uomo attuale non altro che "una corda tesa tra la scimmia e l'Oltreuomo" stesso, secondo le parole di Nietzsche.[35] L'Oltreuomo colui che ha compreso che lui stesso a dare significato alla vita e fa sua la cosiddetta "morale aristocratica" che dice "s" alla vita e al mondo. L'Oltreuomo discepolo di Dioniso poich accetta la vita in tutte le sue manifestazioni, nel piacere del divenire inteso come alternanza di vita e morte. Affronta la vita con "pessimismo coraggioso", unisce il fatalismo alla fiducia e si liberato dai logori concetti del bene e del male attraverso un'elitaria indifferenza a valori etici che considera morti.[35]
Di qui l'ammirazione di Nietzsche sia per la tragedia greca (in particolare Eschilo), quale mezzo educativo all'eroica tragicit della vita, sia per il prometeico istinto dell'uomo rinascimentale (l'uomo universale) che nella sua completezza teorica e pratica sapeva tendere oltre l'"umano troppo umano"; con una magnificenza creatrice, culturale e politica, che quell'impulso vitale, "al di l del bene e del male", comporta. Per lui, e ai suoi tempi, ancora incarnato in particolare da Napoleone e Goethe.[35]
Per l'Oltreuomo ogni istante il centro del suo tempo di cui sempre protagonista. L'eterno ritorno, cio l'eterna ripetizione, la dottrina che Nietzsche mette a capo della nuova concezione del mondo e dell'agire umano. Per Nietzsche ogni momento del tempo, cio l'attimo presente, va vissuto in modo spontaneo, senza continuit con passato e futuro, perch passato e futuro sono illusori: infatti ogni momento si ripete identico nel passato e nel futuro, come un dado che, lanciato all'infinito (poich il tempo infinito), dar un numero infinito di volte gli stessi numeri, in quanto le sue scelte sono un numero finito. Il vero Oltreuomo , in conclusione, colui che danza in catene liberamente e con leggiadria; lo spirito libero tout court.[35]
Nietzsche elabora un suo modo di intendere il tempo liberandolo dal trascendente e quindi dalla fiducia nell'avvenire. In Cos parl Zarathustra (nel capitolo Della visione e dell'enigma, 2), Zarathustra (protagonista dell'opera) racconta di aver avuto una visione mentre scalava un monte. L'eterno ritorno dell'uguale, pi spesso detto soltanto eterno ritorno, significa che l'universo rinasce e rimuore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso.
In senso pi specifico l'eterno ritorno uno dei capisaldi della filosofia di Friedrich Nietzsche. Il ragionamento che sta dietro al semplice - ma spesso incompreso - concetto di Nietzsche il seguente: in un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione si ripeter necessariamente infinite volte.[41]
Ad esempio, tirando infinite volte tre dadi a sei facce, ognuna delle 216 combinazioni comparir infinite volte. Mentre spiegato in termini poetici ne La gaia scienza e Cos parl Zarathustra, egli lo spiega in termini quasi scientifici nei Frammenti postumi, e questa formulazione ha affascinato molti fisici e matematici successivi[42][43][44][45][46]:
Nel capitolo dello Zarathustra intitolato La visione e l'enigma, Nietzsche introduce sotto forma di mito il pensiero dell'eterno ritorno dell'uguale (gi evocato nel capitolo Della redenzione, allorch Zarathustra si rifiuta di enunciare ci che insegna alla volont, ossia il volere a ritroso)[47], attraverso il dialogo tra il profeta e il nano, personificazione dello spirito di gravit: Tutte le cose diritte mentono. Ogni verit ricurva, il tempo stesso un circolo l'opinione del nano. Questa prima interpretazione per giudicata come troppo superficiale (Tu, spirito di gravit! replica infatti Zarathustra non prendere la cosa troppo alla leggera!)[48] e portatrice di una generica professione di fede nella circolarit e insensatezza del tutto (nichilismo passivo)[49]. Nella seconda parte per, Zarathustra espone la sua controinterpretazione della visione della porta che aggiunge caratteri essenziali alla prima interpretazione del nano. La novit di questa controinterpretazione consiste nel fatto che Zarathustra va a fondo e tocca l'argomento decisivo che pone il punto di svolta dal nichilismo passivo al nichilismo attivo.[49] Non solo tutto ci che diviene deve essere gi stato vissuto, ma soprattutto la porta stessa, l'attimo presente, deve gi essere stata in passato. Si dunque raggiunto il piano di passaggio dal nichilismo passivo al nichilismo attivo, quindi dall'eterno ritorno come pensiero paralizzante, all'eterno ritorno come liberazione dal simbolico (viene confutata in parte la prima interpretazione del nano). L'attimo compreso nell'eterno circolo di passato e futuro.
Successivamente, Zarathustra come ridestato dall'ululato di un cane che gli permette di cambiare scena. Egli vede il cane quasi chiedere aiuto vicino a un pastore, che come soffocato da un serpente, la cui testa esce dalla sua bocca. Il serpente, nello specifico, indica l'eterno ritorno ed come se il pastore fosse soffocato da questa concezione dell'eterno circolo del tempo. Un gesto fondamentale, fa tornare il sorriso sulle sue labbra, ormai non pi sofferenti del pastore (mai prima al mondo aveva riso un uomo, come lui rise!): questi infatti aveva morso e staccato la testa al serpente, indicando cos allegoricamente l'accettazione dell'eterno ritorno. importante sottolineare come l'accettazione dell'eterno ritorno sia dovuta a una decisione del pastore: se questi non avesse mai morso la testa al serpente, non sarebbe mai stato in grado di accettarlo e di istituirlo. Vi quindi un attimo in cui il pastore istituisce, cio vuole, il ripetersi eterno della vita e dell'istante.[50]
Solo se l'attimo che l'uomo vive immenso, cio ingloba in s tutto il suo significato, si pu volerlo sempre di nuovo. L'uomo che pu volere l'eterno ritorno un uomo felice, a cui la vita d attimi immensi, come testimonianza piena di esistenza e significato. In quest'opera possibile vedere il ruolo di Nietzsche come difensore di un tempo qualitativo, qualificato nella sua densit dai contenuti vissuti. Famosa la definizione dell'"imperativo categorico" di Nietzsche: "vivere in modo da poter desiderare di rivivere questa stessa vita in ripetizione eterna".[51] Correlata alla tematica dell'eterno ritorno e quindi al principio del movimento la trasvalutazione dei valori che da alcuni stata intesa come capovolgimento dei valori.
Ma il capovolgimento reca in s l'affermazione di un valore ulteriore. Mentre la trasvalutazione legata al fluire del valore stesso senza preminenza di alcuno in particolare, e quindi al superamento del valore. Riprendendo Nietzsche quando parla di Eraclito, l'unico filosofo a cui si sente legato, afferma che il movimento reca in s la possibilit dell'annientamento. Tradotto in termini filosofici e legato questo concetto a quello caro a Nietzsche della trasvalutazione, non vi pu essere una morale n un valore assoluto ma valori istintuali che si annientano nel movimento. Se non fosse cos si considererebbe Nietzsche un moralista o un idealista.
La filosofia di Nietzsche, pur prendendo le mosse da illustri precedenti, integra una netta frattura con il panorama speculativo gi conosciuto. Andando a leggersi la terza dissertazione che compone per una genealogia della morale, quella sul significato degli ideali ascetici, si osserver che da un punto di vista storico Nietzsche pone se stesso come il primo filosofo dopo Eraclito. Nietzsche, per sua stessa dichiarazione, il primo che si pu liberare dalla protezione pretesca a cui la filosofia ha sempre fatto ricorso, l'ideale ascetico, ovvero la capacit di astrarre e separare un saputo dalla vita. La cosa pu apparire un tantino egocentrica, ma la lettura dei primi capitoli della dissertazione in questione come tutte le prefazioni delle opere successive allo Zarathustra, che terminano con un capitoletto sullo stesso, autorizzano a dire ci. Nietzsche continuamente professa la sua unicit, la sua necessaria primogenitura rispetto alla questione di un sapere/volont capace di costituire una nuova umanit in cui il divino non esteriorizzato in divinit ma interiorizzato nell'azione di chi incontra se stesso incontrando il mondo.
Per Hegel c' la Storia, Nietzsche per la genealogia. Nel pensiero di Nietzsche, nonostante il suo confronto con Hegel sia raramente esplicitato nelle opere, prevale una radicale contestazione dell'hegelismo: i pi rilevanti punti di distanza fra i due filosofi tedeschi possono essere individuati nel diverso atteggiamento nei confronti della dialettica, oggetto di una critica aggressiva da parte di Nietzsche, essendo vista da lui come una pretesa del pensiero di ridurre la caoticit della vita e del mondo entro categorie fisse e stabili, e in particolar modo in una visione sistematica della filosofia, che era invece un tratto centrale dell'opera di Hegel. Nella sua seconda considerazione inattuale Nietzsche fa esplicito riferimento alla filosofia hegeliana come la maggior causa di una diffusa idolatria del fatto nella cultura tedesca. Per Nietzsche, infatti, il tentativo di categorizzare e insieme divinizzare il processo storico annienta la forza vitale propria di ogni uomo e veicola una concezione della storia epigonale e giustificatrice.
La filosofia di Hegel ritenuta da Nietzsche un tradimento in danno alla vita, in quanto tentativo di fermare ci che non si pu fermare (la vita, dinamica per antonomasia) in un sistema di pensiero. Analogo il giudizio di Nietzsche nei confronti dei positivisti: rei di spiegare la realt mediante leggi meccanicistiche fisse, essi restano afflitti dallo stesso errore di Hegel ed epigoni.
Nietzsche distante dal pensiero di Hegel anche in ordine alla supposizione hegeliana che esista una forza meramente razionale manifestantesi nella storia, che tratterebbe gli uomini come banali strumenti della propria astuzia.
Nietzsche ripudia la "tirannide della ragione sugli uomini" (per usare le sue parole), per cui biasima Socrate, Platone, Cartesio, gli illuministi e anche i positivisti del suo tempo. Questo atteggiamento di profonda messa in discussione del filone razionalistico-idealistico confluito in Hegel e Immanuel Kant (idealismo che per Nietzsche comprende anche il cristianesimo) della filosofia occidentale comporta allo stesso tempo una ridiscussione totale della tradizione metafisica, di cui Hegel si ritiene invece l'ultimo elaboratore.
Sussistono nondimeno talune analogie con alcuni aspetti dell'illuminismo. Malgrado il suo netto orientamento antirazionalista, possibile accostare il pensiero di Nietzsche ad alcuni autori illuministi - nonch osservare un profondo retroterra di tipo razionalista, o meglio razionale, in alcune delle sue convinzioni e dei suoi ragionamenti - per quanto riguarda il rifiuto generale della metafisica e dell'ascesi; tra l'altro significativo che egli abbia dedicato la sua opera Umano, troppo umano a Voltaire. L'ideale ascetico visto in particolare da Nietzsche come una minaccia alla forza vitale insita nell'uomo. Pi che di rifiuto del razionalismo, vi quindi un rifiuto dell'idealismo.[52]
Nietzsche pu essere accomunato a Sren Kierkegaard: entrambi hanno un orientamento prettamente esistenziale ed entrambi sono considerati precursori dell'esistenzialismo novecentesco. Nietzsche per non condivide il cinismo della vita che porta inevitabilmente alla disperazione, e impedisce all'uomo di accettare con gioia l'esistenza, oltre a non condividere le credenze cristiane di Kierkegaard.
Sulle basi ut supra incentrata la polemica contro la religione in generale e il Cristianesimo in particolare: anche queste istanze rinnegano la forza vitale innata in ciascuno. La condanna colpisce anche Arthur Schopenhauer, seppur ammirato in giovent da Nietzsche. Quest'ultimo imputa al suo vecchio maestro di aver generato l'ennesima morale, fondata sulla piet e, in ultima analisi, sull'ascesi.
Nietzsche, ad ogni modo, influenzato da alcuni concetti di Schopenhauer: ammette l'idea di una forza irrazionale, respingendone la nozione sinistra che ne aveva prospettato Schopenhauer e la rinomina volont di potenza, annoverandola quale forza benevola, esemplificata essenzialmente dal suo famoso oltreuomo.
Il forte interesse giovanile verso Schopenhauer, port Nietzsche a leggere i discepoli di quest'ultimo, e cio Eduard von Hartmann, Julius Bahnsen, e Philipp Mainlnder. Egli, tuttavia, non pensava che, questi autori, fossero autentici prosecutori del messaggio schopenhaueriano. Parla difatti di Mainlnder, dopo aver affermato in uno scritto giovanile " ora di riscoprirlo!", ne La gaia scienza (Die frhliche Wissenschaft), nel seguente modo: "Sarebbe possibile considerare Mainlnder, dilettante e precocemente senile, turiferario sentimentale e apostolo della verginit, come un vero e proprio tedesco?!... N Bahnsen, n Mainlnder e n, in particolare, Eduard von Hartmann, danno una sicurezza in materia di gestire la questione se il pessimismo di Schopenhauer, il suo orrore di guardare a un Dio privato, stupido, cieco, folle, e a un discutibile Mondo, insomma il suo onesto sguardo d'orrore, non sia stato soltanto un caso eccezionale tra i tedeschi, ma possa essere, bens, considerato come un tema generalmente tedesco." ( 357) Tuttavia, occorre notare che Nietzsche stesso mutu proprio da Mainlnder, la celebre espressione "Dio morto" (sebben con intenti diversi, significando la morte di Dio per Nietzsche un surplus di vitalismo immanente): la morte progressiva di Dio, dalla Superessenza Unitaria all'Essenza Fenomenica nel Molteplice presente nel Mondo attuale sino alla Dissoluzione Nullificante, , difatti, il cuore della filosofia stessa di Mainlnder.
Particolare importanza ebbe poi per Nietzsche la scoperta di Stendhal e di Dostoevskij (quest'ultimo definito, nel Crepuscolo degli idoli, l'unico psicologo da cui avrei qualcosa da imparare). In una lettera indirizzata a Franz Overbeck (febbraio 1887) scrive:
L'ultimo Nietzsche, prima della malattia, si appassion peraltro al Tolstj della "conversione" (lo stesso Tolstj che lo defin un vivace tedesco posseduto da manie di grandezza, con idee limitate, folle[55]). Nietzsche lo leggeva e compulsava avidamente, riconoscendo in lui lo stesso mito al quale anch'egli si sentiva forzato: la consumazione del confine tra "arte" e "vita", tra "volont" e "realt".[56]
Altre influenze di Nietzsche furono i citati Ralph Waldo Emerson, Voltaire, Stirner. Nietzsche lesse e stim anche la poesia e la filosofia pessimista e nichilista di Giacomo Leopardi, che, come lui, vedeva, almeno in parte, nelle illusioni dell'arte e dei miti il mezzo per sottrarsi ad una vita di dolore ed al grigio presente.[57][58]
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